Deliri onirici e veglie vertiginose infiammano la nuova rassegna Opera Commons e il suo OC Press. Aprile-Maggio-Giugno 2017. Due appuntamenti al mese, per non prendere il vizio, e per non perderlo!
Opera Commons presenta la sua nuova rassegna, supportata e coadiuvata dalla collaborazione di Rivoluzione Culturale, Radio Lab, Reverb Booking e dall’uscita dell’ultimo OC Press, aprile 2017. Per chi volesse curiosare tra i numeri passati, qui a seguire il link al sito dell’associazione Uber, promotrice della rassegna e del periodico, dove sono disponibili i singoli articoli relativi alle pubblicazioni ad oggi stampate e distribuite sul territorio catanese e dintorni:
https://www.associazioneuber.com/oc-press/
‘Il Grand Guignol è il teatro parigino a cui il nuovo numero di OC Press dedica la sua ispirazione. La grande marionetta raffigurava un operaio di Lione in lotta contro il potere politico francese. Mistero, macabro, paranormale, violenza, sono gli elementi che hanno animato le scritture, gli spettacoli, le grafiche, la partecipazione alla vita, divenuta celebre, dell’ex cappella di un monastero abbandonato, entro cui angeli scolpiti ricordavano salvezze tradite da basse perversioni umane. Padre del teatro fu Oscar Metinier, il quale rimise in sesto la struttura per rappresentarvi i propri lavori che attingevano probabilmente in parte, a quell’orrore cui il suo ruolo di secondino in carcere, lo metteva in contatto, occupandosi nello specifico di condannati a morte…’ – Tiziana Nicolosi
‘Mi chiamo Guignol e sono più di tre secoli che ho una faccia di culo. Dicono che questo sorriso da ebete sia nato nel Settecento per colpa di un certo Laurent Mourget, io personalmente mi sono visto nascere in Cina ai tempi di Ai Weiwei. Il sorriso da ebete è l’unica espressione che mi hanno concesso, ma comunque è più onesto del selfie che hai appena postato. Io sembro un kouros che in effetti non gliene ne sbatte niente di niente, tu che ridi si vede che hai pianto…’ – Barbara Di Stefano
‘La provocazione è sempre stata l’arma preferita dai Dead Kennedy’s. La band capitanata da Jello Biafra, al secolo Eric Boucher, ha scelto un linguaggio velenoso e poco disciplinato, un linguaggio che servisse a colpire il potere ma che alcune volte è stato vittima di fraintendimenti, come nel caso di “California Uber Alles”, che divenne una canzone manifesto dei giovani nazisti statunitensi, in realtà la canzone era un’invettiva lanciata contro il governatore della California di allora: Jerry Brown…’ – Enrico Lanza
‘Tempo fa, per comodità e curiosità, mi sono iscritto a un gruppo dedicato all’horror estremo su un social network. Era più un modo per rimanere aggiornato sui titoli e per rintracciare pellicole weird e underground che per discorrere di cinema, ovviamente. Ora, siccome il gruppo tratta anche di quelle pellicole note come shockumentary, un giorno un incauto ed entusiasta frequentatore ha postato un filmato che – grazie alle strane impostazioni del social network in questione – è partito da solo sul mio schermo mentre parlavo del Premio Tenco con un amico musicista (per me l’orrore è sentire tutte quelle vocali aperte, con buona pace di Conrad, Coppola e Brando)…’ – Luca Andriolo
‘Inutile porre troppi riferimenti storici al Grand Guignol, teatro parigino divenuto noto per le rappresentazioni crude e macabre tra la fine dell’ottocento e gli anni ’60 del novecento. Il teatro divenne nel giro di poco tempo, conosciuto in tutta la capitale, facendo il tutto esaurito praticamente a ogni rappresentazione (complice la limitata capienza del teatro; soli 300 posti a sedere)…’ – Raffaele Auteri
‘Schizza. Forte, il suono a spaccare i timpani. Tutto vibra. Tutto è irrequieto. Non controlli più nulla. La luce si adombra, oscura. Quello spazio enorme che ho innanzi la vista e dietro la schiena, si panifica, diviene macabro. Rumori…’ – Salvatore Massimo Fazio