Intervista tra VAMPiri. Di Marina Zabatino – Outsiders
Claudia del duo Feminine e Opera Commons: amore a prima vista.
Per una piacevole conversazione, insieme a Tiziana Nicolosi che si occupa del coordinamento di Opera Commons, abbiamo incontrato Claudia del duo Feminine. Le vedremo all’opera per la selezione musicale che ci accompagnerà per alcuni degli appuntamenti della rassegna Opera Commons di giugno/luglio da Uber, ad Aci Bonaccorsi. Claudia è solare, spigliata, ha talento comunicativo da vendere. L’aver coltivato una passione per la musica si riflette ora in un’attività lavorativa in cui può esprimere se stessa, divertirsi e realizzarsi. In questa avventura sonora è accompagnata da Katia, che aggiunge e completa il nucleo Feminine con il suo charme dai toni burlesque.
Ecco cosa ci siamo dette durante l’intervista.
Come è nato il duo Feminine?
Claudia: sostanzialmente al “Baracca”, l’estate scorsa: Katia si divertiva a passare musica e le riusciva proprio bene. Io invece lavoravo al bar, facevo frullati la mattina e l’aperitivo la sera. Finita l’estate, c’è stata l’opportunità per Katia di continuare alla Chiave. Nel frattempo ci siamo conosciute meglio; poi un giorno mi dice che vuole che le dia una mano a passare musica. Quando ho accettato era per passare musica il giovedì; l’ho fatto senza nessuna pretesa di ‘fare dj set’; poi, tra il fatto di essere femmine e di avere un po’ di gusto, vedevo che la gente e gli amici cominciavano a venire. Ed un giorno Katia mi dice: “dobbiamo ‘fare un evento’, mettere una foto…” e così è venuto fuori “Feminine: selezione musicale al femminile”. E da lì, gli altri hanno cominciato a chiamarci “Le Feminine”.
Vi siete fatte aiutare da professionisti per definire il logo dell’immagine di Feminine?
Claudia: Il logo viene da una fissazione che ho da una vita con la forma del triangolo. Ho inviato un’immagine a mia sorella, che lavora come illustratrice a Londra, ed è nato il logo; semplice ed essenziale come lo vedi ora.
Come avete conosciuto Uber e Opera Commons?
Claudia: Oltre alla selezione musicale, ho la passione per gli eventi musicali (ll crearli e lo scoprire band e artisti nuovi di tutti i generi musicali) che si è riflessa anche in alcuni live che abbiamo organizzato nei sei appuntamenti alla “Cartiera”. Due rapper siciliane, Greta Greza ed Eva Rea; i 3YE e per l’elettronica Danja Uosh. Le ultime due mi erano state segnalate da Tiziana.
Tiziana: Ricordo Claudia ad Opera Commons, l’avevo precedentemente contattata perché intrigata dalla personalità del duo Feminine che già si evinceva e dall’idea di incontrare con Uber, una selezione musicale di stampo femminile; così le ho proposto un possibile intervento. Coincide pure con il fatto che l’associazione Uber (che dal latino significa “mammella”, “poppa”…) nasce proprio da un’idea di tre donne, una sociologa, una psicologa e una pedagogista, a sostegno della tesi, per nulla convenzionale dieci anni fa, che Uber potesse essere fondata sulla contaminazione tra diverse discipline che tendevano ad avvicinarsi con diffidenza, pur nascendo da simili pretesti teorici e medesimi bisogni psico-sociali individuali e comunitari. Per costituire ‘terreno fertile’ (ubertoso, appunto) favorevole all’attecchimento di creatività produttiva (femminile ovviamente), esprimendo e rappresentando il concetto di maternità in un senso alternativo al consueto.
Claudia: con Tiziana si è subito instaurata una simbiosi e che mi ha attirato e portato a conoscere l’incantevole dimora di Aci Bonaccorsi. Evidentemente oltre al rock, lo sballo, le uscite, ti resta anche, con alcune persone, quel qualcosa in più che si instaura. É un riconoscersi nella “gentilezza femminile”, nell’appartenere ad una certa ‘specie’, ad una sensibilità particolare. Altro che ‘pussy power’; ci ritroviamo nel condividere la costanza e la caparbietà di dire “io ce la posso fare” e sapersi relazionare con gli altri, femmine o maschi che siano.
Tiziana: Infatti: sensibilità ma anche ‘forza’. Penso al fatto che spesso, nonostante corra l’anno 2015, noi donne non siamo dagli uomini granché supportate nella concretizzazione di idee, concept ed ‘estetiche’ al femminile, si tende maggiormente a fare team al maschile, nel contempo noi stesse, per prime, non siamo brave ad integrarci, specie in certi settori dove vengono richieste determinazione, autonomia, capacità di guardare oltre il definito, il leggibile, al di là della critica e di certa presunta e arrogante sapienza culturale e lavorativa. Comunque se oggi ‘siamo qui’, con opera Commons, è proprio perché ci abbiamo creduto e ci crediamo ancora.
Spesso si associa il contesto (strutturale e architettonico), la musica, e l’atmosfera che si crea. Quali sono i plus che hanno confermato il vostro interesse a partecipare ad Opera Commons?
Claudia: L’illuminazione delle candele nelle stanze della dimora di Aci Bonaccorsi ha avuto su me un forte impatto: ho pensato che sarebbe stato bellissimo fare Feminine lì. Poi, quando ho conosciuto Tiziana, mi è subito piaciuta per il fatto di aver saputo osare nell’organizzare questi eventi. Penso a quando sono stata alla serata della performance della violoncellista romana Stella Veloce, a Catania per Uber Addicted. Lei suonava in una stanza e nel frattempo in un altra c’era una mostra. La prima serata polivalente a cui sono stata a Catania: ne sono rimasta affascinata perché l’atmosfera era nuova, diversa, originale. Mi è sembrato di essere altrove.
Tiziana: Ho capito che Claudia ha colto e apprezzato lo stile minimal, le candele, la scelta stilistica e artistica di Opera Commons. Mi fa piacere che il lavoro di Uber abbia una ricaduta positiva tra chi partecipa alla programmazione, alle attività, ai laboratori, agli eventi, e che da nuovi incontri nascano ulteriori possibilità di collaborazione. Certe dimensioni di pensiero-azione sono complesse da portare avanti perché le band e gli artisti che invitiamo non sono i gruppi ‘riempi-pista’ favorevoli nell’immediato a una creazione di economie. Ma siamo fedeli alla nostra mission che ci ha regalato soddisfazioni e voglia di perseverare nell’elaborazione e nella sperimentazione della forma associativa; nello specifico del progetto Opera Commons, si fanno strada la passione e l’interesse professionale per il riuso, per il recupero di uno spazio abbandonato, per la sua rianimazione in un’ottica socio-culturale, con il contributo di artisti, creativi, addetti ai lavori, studenti, studiosi, di varia provenienza formativa e motivazionale, che hanno dato e che vogliano dare il loro contributo.
Da dove nasce l’universo Feminine e l’amore per la musica?
Claudia: Io ho avuto sempre la passione per le feste, per la musica e per gli eventi. Molti amici sono dei dj: ad esempio Massi Bitt, il ragazzo che ha costruito il controller che usiamo, è un amico di cui ho molta stima. Nasce dal fatto di interagire con persone che hanno a che fare con la musica da anni. Per il resto, non suoniamo nessuno strumento; io, il flauto da piccolina, non sono riuscita mai a suonarlo! (ride, n.d.r.)
Comunque passare musica non è solo realizzare un semplice accostamento di pezzi: è anche saper creare qualcosa che abbia un senso…
Claudia: All’inizio per me Feminine era “passare la musica che mi piaceva per farla ascoltare agli altri”, ovviamente in base al live che c’era stato prima alla Cartiera. Adesso la selezione va sempre più definendosi come selezione musicale prettamente Feminine. Alla Chiave, nei due appuntamenti precedenti, abbiamo passato solo musica con voci femminili. E mi piace moltissimo l’atmosfera che si è creata: è qualcosa di particolare e di non troppo visto.
Interessante questa ‘storia tutta al femminile’. Anche perché spesso è più facile che si parli di band con vocalist maschili e, al di là di celebrità riconosciute, dalla Joplin a Patty Smith, dimentichiamo o non conosciamo molte voci meritevoli.
Quali sono i vostri dischi / artisti di riferimento ?
Claudia: Aspettavo tantissimo questa domanda! Ci sono molti artisti che mi ispirano, di tutti i generi, rock, pop, rap, mi piace tutto. Amo molto Charlotte Gainsbourg, e con Katia abbiamo in comune Nouvelle Vague; poi c’è il rock (ad esempio le Hole) e l’elettronica come Tying Tiffany…
Siete contente di come va il vostro lavoro?
Claudia: Si, molto. Vorrei dire che la ‘mossa vincente’ di Feminine è stata Katia. “Noi possiamo fare tutto”, mi ha detto all’inizio. Ci tengo a dirlo: lei è stato l’elemento scatenante del progetto, oltre a Ciccio de la Chiave che ha creduto in noi, in barba a chi sarebbe stato invece disfattista. Facciamo entrambe un altro lavoro, chi di giorno e chi di sera, ed in parte Feminine nasce anche dallo spirito di sapersi creare un lavoro. Sono contenta e soddisfatta di poter lavorare mettendo musica e rendendo piacevole la serata alle persone che vengono a sentirci.
E di partecipare alla rassegna, quanto siete contente?
Io da morire. Anche se il contatto prevalente l’ho avuto io con Tiziana sono sicura che anche Katia parteciperà con entusiasmo, come sempre succede alle serate che organizziamo e a cui partecipiamo. Da sabato 6 giugno anche noi vi aspettiamo per Opera Commons!
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