Intervista a Danila Gambettola: così giovane così creativa.
Di Marina Zabatino (con la gentile collaborazione di Danila Gambettola)
Dalla musica, alla danza e alla performance: questo week-end Opera Commons ispira giovani artisti italiani alla ricerca sul rigenerare lo spazio e sprona alla riqualificazione dei luoghi in stato d’abbandono, con una duplice iniziativa: il workshop Room #0, da un lato, e la performance di Danila dall’altro. Due modi stimolanti di vivere l’arte e due occasioni da non perdere.
Ciao Danila, innanzitutto vorrei farti una domanda: al di là delle descrizioni da blog o delle info veicolate sul web. Chi è Danila Gambettola?
Sono una ragazza del sud nata in un piccolo paese: Melicucco. Poi mi sono trasferita a Torino. Per cinque anni ho vissuto in un teatro di giorno e in un convitto di notte, c’erano studenti provenienti da tutta Europa. Lì è iniziato il mio percorso di studi di danza che ancora oggi mi spinge a spostarmi in diverse città per poter incontrare importanti personaggi del panorama nazionale e internazionale da cui apprendere la tecnica e ed ereditare sentimento. A Roma ho frequentato l’Istituto Europeo di Design, specializzandomi in design d’interni. Gli insegnanti erano tutti architetti o parti di collettivi con un background riconosciuto; ci hanno trasmesso la passione per i progetti d’architettura. Come designer ho lavorato a Roma e a Lisbona. Ho avuto la possibilità di vivere per tre mesi In Portogallo dentro una residenza di artisti che nasce con l’obiettivo di recuperare un intero quartiere socialmente ed economicamente disagiato attraverso progetti interdisciplinari che mettono in relazione artisti e abitanti (https://www.facebook.com/LARGOResidencias?pnref=lhc) e lavorare in uno studio d’architettura che elabora progetti con lo stesso orientamento (http://www.ateliermob.com). A Lisbona mi ritrovavo a non poter tardare un attimo di più a studio per correre poi alle lezioni di danza contemporanea.
Nel tuo lavoro c’è una commistione tra le arti, in particolare la danza e l’architettura. Quando è nato l’interesse per l’uno e per l’altra cosa?
Dopo il diploma in design ho vissuto tre mesi a New York, a Brooklyn, in una casa attaccata al Pratt Institute. Di giorno portavo curriculum tra i vari studi della città e conoscevo architetti; di pomeriggio frequentavo un centro di ricerca di danza contemporanea. Iniziavo a sentire il bisogno di interpretare meglio queste mie due passioni e di capire con che tipo di ricerca potessi accomunarle.
Da dove è nato l’interesse per i luoghi in stato d’abbandono o in disuso?
Dopo circa dodici anni, sono tornata a vivere in Calabria. Mi sono accorta che non conoscevo la mia regione e cosa avevo attorno. Ho iniziato ad esplorare, a camminare, a fare sopralluoghi, di giorno e di notte. Mi ha portato a farmi venire in mente alcuni collegamenti tra la danza e l’architettura: l’abbandono; la storia degli edifici e delle persone. L’architettura e il paesaggio sentiti come estensione del corpo. Nell’estate del 2014 ho realizzato i miei primi lavori: “Interferenza Urbana #1” e “Limina”, live performance di video e danza.
Nei giorni 19, 20 e 21 si terrà ad Opera Commons un workshop, Room #0, sulla possibilità di rigenerare lo spazio rurale e domestico della dimora settecentesca di Aci Bonaccorsi. (https://www.facebook.com/events/1652641738302356/)
Cosa ne pensi di questa iniziativa?
Trovo interessante qualsiasi tentativo di risvegliare e riscaldare la storia di un luogo. Qualsiasi sia il risultato, è già bello ed emozionante far ritrovare alcune persone in uno spazio sconosciuto e poter avviare un processo di confidenza reciproco tra essi. È stimolante la frase di Giuseppe Mendolia Calella nella sua intervista per Opera Commons: “Sarebbe molto bello ridare vita e forza al terreno intorno alla casa”.
Secondo te, in Italia, ci sono sufficienti occasioni che sviluppano in uno spazio, urbano o extra urbano, l’incontro pluridisciplinare tra arte, multimedialità, performance, architettura e design?
Ci sono alcuni festival e rassegne che ne manifestano l’intenzione, ancora in definizione, e che incoraggiano l’incontro tra artisti e curatori che si occupano di progetti che intrecciano diversi linguaggi. Sono appena tornata da un festival, a Gorizia, che in parte ha proposto prodotti di questo tipo, (http://invisiblecities.eu). Affascinante e interessante la direzione di Uovo,senza dimenticare l’alta qualità dei progetti proposti (http://www.uovoproject.it/index.php?pageid=1).
Nella performance che realizzerai ad Opera Commons,“Sorreggersi”, da dove prenderà vita la tua ispirazione?
Si parte da uno sguardo sugli edifici, su cosa accade all’interno, per poi avere uno sguardo più ampio sulla città. Ho trovato affascinanti alcuni comportamenti che hanno segnato l’ambiente interno, come la riorganizzazione dello spazio di chi ci vive dentro, che ha portato ad una mescolanza tra oggetti vecchi e nuovi, mettendo in relazione storie passate e presenti, o la natura, che si è appropriata di alcune pareti in modo eccessivo. Delle strutture originali rimane un’architettura scheletro composta da parti di muri e tetti.
I vari interventi ad Opera Commons rispecchiano anche il tentativo di “decostruire il concetto di proprietà privata, concedendosi il tempo di una intimità domestica allargata, scelta e condivisa […] per uno spazio come luogo e campo di condivisione, confronto, partecipazione”. Partendo dalla nostra citazione a cosa potrà ispirarsi e da cosa trarrà nutrimento o giovamento la tua performance: “Sorreggersi”?
Sarà difficile non potersi totalmente appassionare alla ex dimora e alla sua storia. Sarà essenziale, nel primo giorno di lavoro conoscere lo spazio e capire dove sarà più adeguato presentare la performance, pensando a rendere una nuova idea efficace dello spazio. Intanto ho chiesto a Tiziana Nicolosi se è possibile dormire sul posto di lavoro. Questo faciliterà l’instaurarsi di un primo approccio, intimo, con la casa: il passare la notte assieme.
Quali sono i progetti per il tuo futuro prossimo? Ti rivedremo presto in Sicilia?
Dopo Opera Commons sarò in residenza a Pesaro, lavorerò sul territorio e presenterò il progetto all’interno di una chiesa sconsacrata. In Sicilia mi piacerebbe tornare a presentare lo step successivo di “Sorreggersi”.
Trio Di Prima. Prima e dopo il Teatro e la musica: un momento di creazione condivisa.
Di Marina Zabatino (con la gentile collaborazione del Trio Di Prima)
Da chi è formato il Trio Di Prima?
Orazio: Trio di prima è una coppia in cui il terzo è momentaneamente assente!
Come mai la scelta artistica di congiungere musica e teatro?
Orazio: Probabilmente siamo cresciuti con l’idea che tutte le forme d’arte facciano parte di un unico grande calderone da cui attingere a piene mani. Come dentro un’urna in cui non si sa cosa si pescherà… questa volta l’estrazione ci ha regalato musica e teatro ma non è escluso che la prossima escano la danza, le arti figurative o il body painting!!
Quanto è importante per voi il momento del dopoteatro? Cosa rappresenta?
Orazio: Il teatro è innanzitutto un luogo d’incontro e dopo lo spettacolo ci piace intrattenerci col pubblico: nascono conversazioni, scambi, collaborazioni, suggerimenti e chiavi di lettura che nemmeno noi avevamo immaginato… Cosa vuoi di più dalla vita?!?
La scelta di fare teatro ‘fuori dal teatro di sala’ da quale bisogno, esigenza è motivata?
Orazio: L’ esigenza è quella di portare le nostre idee nei luoghi non deputati alla rappresentazione, scavalcando le mediazioni con le istituzioni o i politici di turno e ricercando un rapporto più immediato, diretto, col nostro pubblico.
Oltre ad Amore e Bisogno, sabato sera ad Opera Commons, quali sono gli spettacoli del Trio di Prima?
Orazio: Abbiamo realizzato diverse cose insieme, dalla storia strampalata di un musicista jazz al “Cunto di lì Cunti” di Giovan Battista Basile dal Titolo “lo scarafone, lo sorece e lo grillo”. “Amore e bisogno” è una sorta di gioco che offriamo al pubblico. La nostra intenzione è quella di scardinare le posizioni che ognuno degli ascoltatori ha su questi due temi.
Quali sono le letture, suggestioni e musiche che hanno nutrito l’ideazione di Amore e Bisogno?
Orazio: Dai Alberto rispondi tu!
Alberto: Penso alla musica come ambiente sonoro nel quale creare mondi paralleli dove perdersi e viaggiare con la mente. Le mie fondamenta sono principalmente ancorate al mondo del noise, dei Fugazi, Uzeda, o Blonde Redhead ma anche al post rock dei God Speed you Black Emperor o dei Sigur Ros. Le potenzialità dell’elettronica espresse da artisti del calibro di Alva Noto, Fennesz o Aphex Twin, solo per citarne alcuni, si sposano perfettamente con la mia idea di spazio sonoro. L’unico problema è raggiungerli.
Arte e vita per voi coincidono?
Tendenzialmente si.
E Arte e luoghi dell’arte? Che tipo di rapporto c’è o dovrebbe esserci tra i due, secondo voi, nella produzione artistica?
Orazio e Alberto: Troviamo più ispirazione tra le macerie di un capannone industriale piuttosto che tra le mura di un museo in una bella città d’arte. Fermo restando che troviamo necessario sapere cosa succede nel mondo per non scoprire troppo tardi che le nostre idee sono già obsolete.
Come pensate all’arte in Sicilia e come, secondo voi, dovremo contribuire alla sua diffusione emancipazione, oggi?
Orazio e Alberto: Non abbiamo molta voglia di rispondere a questa domanda. Ci troveresti a ripetere cose che ho abbiamo già detto.
Potete lanciare il trio di prima nel mondo!
Sabato 20 giugno
TRIO DI PRIMA “AMORE E BISOGNO”
h 21.00
DANILA GAMBETTOLA “SORREGGERSI”
h 22.30
A seguire
FEMININE DJ SET
Dalle h 21.00 è possibile cenare.
Opera Commons // Uber
Via Pauloti 62, Aci Bonaccorsi – Ct.
**Dalle h 11.00 alle h 13.00 e dalle h 15.00 alle 19.30**
si svolgerà il workshop:
Room#0 – Opera Commons _Lab, organizzato da Uber e Ballon
Info ed iscrizioni:
https://www.facebook.com/ events/1652641738302356/
http:// www.associazioneuber.com/ workshop-opera-commons
TRIO DI PRIMA “AMORE E BISOGNO”
Il Teatro d’appartamento è una forma teatrale che negli ultimi decenni ha ricevuto una notevole attenzione di critica e attratto a sé numerosi teatranti.
Il Trio di Prima, nato dalla pluriennale e fortunata collaborazione fra il musicista Alberto Finocchiaro e l’attore Orazio Condorelli, ha ideato e prodotto un repertorio di genere.
L’ idea di ambientare le performance nelle case, nei giardini e altri luoghi privati, nasce da più esigenze: portare il teatro in luoghi non convenzionali, ridurre al minimo le distanze tra attori e spettatori e scavalcare le mediazioni con le istituzioni di turno.
Le persone che intendono organizzare l’evento, diventano per un giorno dei veri e propri “direttori di teatro”: mettono a disposizione i propri spazi, invitano un gruppo di amici che assistono all’esibizione e per ultimo organizzano un rinfresco.
Il dopo teatro è necessario affinché l’incontro e la condivisione di un’esperienza fuori dai canoni, dove vengono messe al centro le relazione umane (base su cui l’esperienza teatrale si fonda), risulti al meglio.
Trio di Prima:
Orazio Condorelli – Voce narrante
Alberto Finocchiaro – Chitarra, laptop
DANILA GAMBETTOLA “SORREGGERSI”
Danila Gambettola è designer e performer, diplomata al Liceo Coreutico del Teatro Nuovo di Torino. Si specializza in design d’interni presso l’Istituto Europeo di Design di Roma nel 2011. Nell’ultimo anno crea i suoi primi lavori di ricerca interdisciplinare tra movimento e video indagando la relazione tra corpo, architettura e paesaggio.
“Sorreggersi “ è un lavoro che parte da alcuni edifici abbandonati intorno al porto di Catania, dalle ex ciminiere alle ex aziende agricole, all’ex ufficio delle poste. Da uno sguardo all’interno ad uno sguardo più ampio su tutta la città. Si mescolano tracce del passato e nuove condizioni che offrono storie di immigrati, di passanti e di piante che si stanno moltiplicando appropriandosi dei muri. Nascono quotidianamente dialoghi tra corpi, edifici e natura.
OPERA COMMONS
Opera Commons è un progetto sviluppato dall’associazione Uber e prevede il recupero dallo stato di abbandono e il riuso per fini socio-culturali di un immobile settecentesco e del giardino-frutteto di riferimento siti in via Pauloti 62, ad Aci Bonaccorsi – Catania.
Opera Commons è anche la rassegna, parte del progetto più ampio, che prende avvio a novembre del 2014.
Partner: Uber – Rigenera – Rigenera Press – Uber Addicted – GET DA RIFLE Booking – Balloon | Contemporary Art and Publishing – Eidocracy – OUTsiders webzine – Feminine.
http://
uberassociazione@gmail.com