Il modello tradizionale dei film da vedere in sala è sotto attacco. E non credo che un film si possa vedere come si deve su un iPad». Il cinematografo sopravvive grazie ai registi che non prendono alla lettera David Lynch ma, prima ancora, grazie al pubblico e alle sue scelte.
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto – Elio Petri
Un attore quale Gian Maria Volontè viene diretto da un regista alla sua altezza. La tensione del giallo è tenuta alta attraverso i flashback nella narrazione. Temi quali politica, giustizia, abusi di potere, sono esaltati attraverso dialoghi indimenticabili. Il leitmotiv musicale di Morricone pare abbia impressionato tutti, dai comuni mortali a Stanley Kubrick, che gli propose di realizzare la soundtrack di Arancia Meccanica anche se il progetto non andò in porto.
Tre colori: Film Blu, Film Bianco, Film Rosso – Krzysztof Kieślowski
Tre colori della bandiera francese, tre valori della rivoluzione per tre film capolavoro del maestro polacco. Degni di grande dignità anche se visti individualmente, i film sono collegati tra loro da pochi particolari non sempre facili da individuare. Colonna sonora originale composta da Priesner, grande amico di Kieślowski. I filtri fotografici e gli oggetti in campo hanno gli stessi colori dei rispettivi film. L’unico effetto speciale utilizzato è la minuziosità del racconto intriso dal pessimismo del regista. La musica, la fede e l’amore, sembrano infatti soccombere alle sofferenze della vita.
Ghost Dog: Il codice del samurai – Jim Jarmusch
Può un attore sovrappeso di colore essere credibile come samurai? Sì. Se l’attore in questione si chiama Forest Whitaker. Il suo vivere seguendo un codice, le cui regole sono contenute nel prezioso trattato giapponese Hagakure, lo rende buono nonostante sia un killer. Jarmusch sbeffeggia i gangster-movie ironizzando acutamente le azioni dei mafiosi. Geniale l’utilizzo dei cartoni animati come metafora. La colonna sonora originale firmata RZA del Wu-Tang clan è ormai un cult.
Noi siamo infinito – Stephen Chobsky
Bellezze, problemi e viltà della giovinezza degli inizi degli anni novanta. Un film diretto non solo ai teenagers. L’immedesimazione dei più anziani è favorita da una sceneggiatura semplice e credibile ma, ancor più, dalle scelte musicali: dai New Order agli Smiths, passando per i Sonic Youth fino alla sublimazione con David Bowie…
L’arte della felicità – Alessandro Rak
Primo lungometraggio del fumettista italiano. Una boccata d’ossigeno per il cinema italiano d’animazione non rivolto esclusivamente ai bambini. La solitudine, l’apatia e la rassegnazione di un uomo, nella cornice di una Napoli degradata, sconfitte da fratellanza, amore ed infine dalla musica.