Cos’è “Opera Commons”: quando nasce e come si sviluppa questo progetto ideato e coordinato dall’Associazione Uber?
Il progetto Opera Commons nasce dall’intenzione di recuperare uno spazio architettonicamente ed esteticamente pregno di personalità e d’identità storica, situato nel cuore di Aci Bonaccorsi, giacente in stato di abbandono, con lo scopo di ridargli nuova vita attraverso servizi e attività volte a valorizzarlo.
L’associazione Uber che ha preso l’immobile in comodato d’uso è una Onlus che ha come mission la prevenzione e il sostegno nel campo del disagio e il lavoro sul benessere individuale-comunitario. A tal fine, sin dalla sua istituzione, è sempre stata impegnata nell’ambito della progettazione di interventi psico-socio-culturali che vanno dalla formazione alla strutturazione di percorsi laboratoriali fondati sull’uso di strumenti tecnico-espressivi quali, ad esempio: video, scrittura, pittura, teatro sociale, lavorazione della cartapesta, della ceramica, fotolinguaggio, feldenkrais, graphic novel, home recording, ecc.
E ancora, Uber ha organizzato festival della fotografia istantanea e del cortometraggio; ha facilitato l’incontro-scambio tra istituzioni educative, operatori culturali, docenti, artisti, creativi, artigiani, professionisti, provenienti da diversi ambiti, che hanno, collaborando con Uber, conferito all’associazione un carattere esplorativo, sperimentale, dinamico, sia nell’approccio teorico che metodologico. I workshop del ciclo ‘Creatività e mutamento’ sono stati articolati intorno al tema portante dello sviluppo psico-fisico positivo della persona e dell’attenzione alle dimensioni della prevenzione e del recupero psico-sociale in rapporto ai cambiamenti ambientali, legati al mondo delle comunicazioni e all’approccio della socioterapia e delle artiterapie.
Parlaci della storia della sede e delle iniziative che avete in programma.
Opera Commons nasce in occasione del primo appuntamento artistico – culturale “1789 Opera Commons” sviluppato, in data 23/06/2013, dall’Associazione Uber, il Teatro Coppola, L’Arsenale di Catania e il Teatro Pinelli di Messina. Un’antica dimora di famiglia che si fa “dimora comune”. Stanze di visioni, parole, musiche, teatro, cucina, installazioni. Memorie. Aperte l’una sull’altra. Una casa disabitata, sita ad Aci Bonaccorsi che è stata aperta per essere attraversata, rivisitata, reinventata dai tanti fili delle memorie personali che diventano rappresentazione di una memoria che vuole essere comune.
Questo il tema del primo momento che ha caratterizzato e definito l’azione performativa propria dell’evento. La storia privata di una famiglia, di un luogo, che si apre a quella pubblica, individuale, collettiva, per riproporla nelle forme dell’arte, nel racconto contestuale che plasma nuova anima, nuovo sentire, nuovo produrre.
Nel secondo appuntamento di “1789 Opera Commons”, l’associazione Uber ha incontrato Rudere Project. Nel giorno del solstizio d’estate, per celebrare il rito della partecipazione, della creazione, dell’incontro di esperienze umane, artistiche, culturali, sociali, all’interno dello scenario architettonico e naturale di un processo di recupero e valorizzazione. Scoperta e riscoperta. Dialogo con la voce del tempo, sul presente e sul futuro. Rudere Project è il prodotto dell’incontro di Chrome Surgery e Detto Fatto, due collettivi di architetti e artisti che si occupano di organizzare e diffondere eventi legati all’arte e alla cultura contemporanea in luoghi insoliti, ricercati. Il progetto prevede un lavoro su edifici abbandonati o trascurati, mediante un approccio basato sull’innovazione e sulla stimolazione di network socio-culturali. Per l’occasione, la partecipazione artistica ha visto protagonisti, Loerh Produzioni di Chrome Surgery insieme alla poetica murale di Carne, VladyArt e il contributo creativo-performativo di Francesco Costantino, in un intervento atto alla realizzazione d’istallazioni fisse e dinamiche, incentrate su percorsi sensoriali. Opera Commons è un incubatore di idee e azioni che ha prodotto eventi, mostre, concerti, happening con food&drink di qualità, residenze, rassegne musicali, ecc. Opera Commons è partner del festival Rigenera, evento annuale che affronta la tematica dell’ecosostenibilità. Giunto alla sua sesta edizione, ospita musicisti locali e guest nazionali – internazionali. Già qualche settimana prima del festival sarà distribuito Rigenera Press, periodico in carta riciclata avente come argomento focale l’ecosostenibilità e le sue connessioni socio-ambientali. Ideata e prodotta dal musicista-compositore Salvo Dub e da Uber, il free press rappresenta un’ulteriore zona tematica d’approfondimento teorico e attivismo che, prendendo le mosse da Rigenera Festival, vuole rinforzare l’obiettivo di sensibilizzazione rivolto allo sviluppo territoriale, mediante la trattazione di più linguaggi interdisciplinari: architettura, innovazione, eco design, denuncia, problem solving, artigianato, commercio, green economy, cucina, turismo, formazione, ricerca, arte, cultura e società, nelle sue diverse vesti. Sempre nell’ottica del riuso a fini-socio culturali dell’immobile è in corso il processo di rivitalizzazione del giardino-frutteto, alberi da frutto, pozzo, antico impianto d’irrigazione: il tutto funzionale ai servizi previsti rivolti ad adulti e bambini, a un tipo di turismo intelligente, culturale, attento alla cura delle risorse territoriali, all’accoglienza di artisti in residenza, alle loro performance, agli eventi, a un’ottimale fruizione dello spazio, agli scambi che nel tempo definiranno e ridefiniranno le diverse collaborazioni.
Vista la stretta relazione, non si può non parlare anche dell’Associazione Uber e dei tanti progetti che avete portato avanti in questi anni. Ti va di raccontarci questa esperienza e come i due progetti dialogano tra di loro?
Come avrai potuto notare, sono arrivata a questa domanda avendo già sviscerato il contenuto della risposta nel dire precedente. Uber è l’anima pulsante di Opera Commons, i due organismi sono imprescindibili l’uno all’altro, almeno per il momento. L’esperienza laboratoriale, l’urgenza di trasmissione di competenze, motivazioni, maniere e possibilità, il rapporto stretto tra arte, cultura e una maniera di fare ‘politica’ e comunità nell’ottica di un pensiero di sociologia clinica, hanno reso Uber un contenitore non sempre commercialmente facile ma sincero, onesto, carico di significati e risultati, pronto a sposare più cause per il gusto di un procedere appassionato. Opera Commons ne è figlia, ma allo stesso tempo cresce indipendente con nuove figure genitoriali all’orizzonte e fratelli adottivi d’ogni sorta, purché non si tocchi la sua vocazione individualista, autonoma; quando questa dovesse implodere, altro sarà vivo e pronto per sostituirla, se sarà il caso e se avrà compiuto il modesto e ambizioso dovere che la rende fedele ai suoi natali.
Valentina Lucia Barbagallo
Leggi qui l’intervista a Tiziana Nicolosi su SiciliaPress.