1789 RUDERE PROJECT

1789 RUDERE PROJECT

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  • Live Music and Dj set: Claudio Palumbo & Ragionier Zivago – Peppe Schillaci – Fabio Longo – Tezuma & Kint
  • Istallazioni: Rudere Project – Carne – Loerh Produzioni (Chrome Surgery / Rudere Project) – Vlady Art – Francesco Costantino – Carla Sutera Sardo – Carlotta È Cawa
  • Videomapping: Vj Kar / Classe di workshop Videomapping Interactivity – Hackspace Catania
  • Sound Producer: Art Poisoning
  • Live Music and Dj set: Claudio Palumbo & Ragionier Zivago – Peppe Schillaci – Fabio Longo feat. Antonio Aiello – Tezuma & Kint
  • Food & Beverage: My Personal Project
  • Organizzato da: Associazione Uber X Uber – Rudere Project
  • Media Partner: Meedori – Resilienze – Rigenera – Doremillaro – MyPersonal

Un luogo che fu abbandonato si abbandona a nuova vita. Un antico casale si lascia leggere come un libro polveroso. Pagine e stanze di volti, ricordi, tesori personali riscoperti dalla condivisione collettiva. Una dimora di famiglia diventa luogo di incontro pubblico, di scambio e comunicazione, per lasciarsi abitare da un evento artistico incentrato sul dialogo con il genius loci, appartato ma vitale. Il percorso per arrivarci è tortuoso e sontuoso, fitto di incontri con e tra la formazione, la street art, il recupero dei luoghi, l’identità e la sua preservazione. Forme d’arte lontane secoli, a pochi passi. Il giardino-casa si trova in quella che è considerata zona storica di Aci Bonaccorsi. Un centro di interesse storico, ambientale, architettonico. Nel secondo appuntamento di 1789, l’associazione Uber incontra Rudere Project. Nel giorno del solstizio d’estate, per celebrare il rito della partecipazione, della creazione, dell’incontro di esperienze umane, artistiche, culturali, sociali, nello scenario architettonico e naturale di un processo di recupero e valorizzazione. Scoperta e riscoperta. Dialogo con la voce del tempo, sul presente e sul futuro.
L’associazione Uber si occupa di progettazione, formazione, arte, ecosostenibilità, intervento psico-sociale, eventi.
Rudere Project nasce dall’incontro di Chrome Surgery e Detto Fatto, due collettivi di architetti e artisti. Rudere è una comunità che riunisce creativi e cittadinanza attiva nell’organizzazione e diffusione di eventi legati all’arte e alla cultura contemporanea in luoghi insoliti, ricercati e, preferibilmente, inutilizzati da più di 30 anni. Il progetto prevede un lavoro di recupero e valorizzazione di edifici abbandonati o trascurati, mediante un approccio basato sull’innovazione e sulla stimolazione di network socio-culturali.
Per l’occasione, la partecipazione artistica ha visto protagonisti, il lavoro di Loerh di Chrome Surgery insieme alla poetica murale di Carne e VladyArt e il contributo creativo-performativo di Francesco Costantino, in un intervento atto alla realizzazione di istallazioni fisse e dinamiche, incentrate su percorsi sensoriali. Tutto questo teatro dell’appuntamento finale del workshop #Videomapping Interactivity. Il Videomapping è una tecnica che trasforma ogni video-proiezione una performance unica, sfruttando le caratteristiche dello spazio che la ospita. È possibile trasformare ogni facciata di palazzo in un palcoscenico, reinventando il concetto stesso di evento cittadino. L’illusione percettiva, è quella di una “architettura liquida”, mobile, che aderisce come pellicola o si stacca dalla superficie vera.

Articolo di Tiziana Nicolosi pubblicato su Rigenera Press

‘Rudere Project nasce dall’incontro di ‘Detto Fatto’ e ‘Chrome Surgery’, due collettivi di architetti ed artisti aventi natale nell’agrigentino. Il progetto prevede un lavoro di recupero e valorizzazione di edifici abbandonati o trascurati mediante un approccio permeato da: condensazione di saperi tecnici e creativi, gusto per la sperimentazione e tensione verso un processo di rigenerazione urbana basato sull’innovazione e sulla stimolazione di network socio-culturali.

Dove carenti le spinte, le risorse umane ed economiche in un apparato pubblico fatiscente, possiamo attingere alla strutturazione di forze nuove e integrate, capaci di raccontare antiche favole in chiave moderna. Abbiamo bisogno dell’intelligenza e della poesia per ricordarci da dove veniamo, per scoprire chi siamo, cosa vogliamo essere, come vogliamo comportarci, quanto possiamo mutare.

I luoghi che viviamo hanno forme ed esigenze composite, con bisogni specifici e spesso insondati, perché sfuggiti al nostro rispetto, alle nostre scelte, all’ascolto, al dialogo. Risvegliare l’attenzione e l’azione sulla capacità delle diverse professioni e cittadinanze di intervenire a sostegno del nostro background e della nostra espressività, è un percorso dovuto ed entusiasmante, proteso a nutrire il nostro modo di vivere in sintonia con gli spazi nei quali è giusto riconoscerci e ritrovarci a nostro agio.

Rudere Project opera attraverso il coinvolgimento di artisti e performers, organizzando e coordinando eventi che sugellano esperienze definibili come di ‘educativa territoriale’, perché superano le finalità estetico-emotive delle produzioni site specific, per raggiungere una dimensione più ampia di scuotimento delle percezioni, della conoscenza e delle dinamiche organizzative comunitarie. Felice ed emblematica in tal senso la collaborazione che tesse con la ‘Farm Cultural Park’ di Favara. Da queste bellezza e importanza in liberazione, l’associazione ‘Uber’ di Catania ha colto il pretesto per l’approfondimento dell’avviato processo di recupero di una dimora agreste in disuso, sita ad Aci Bonaccorsi, pensato per un’estensione delle attività associative in quel luogo inutilizzato, invitando Rudere a sviluppare un pensiero-appuntamento sulle suggestioni  già evocate, respirate e rimaste accese nella storia della casa, in occasione dell’evento ‘1789 Opera Commons’, messo a punto con il Teatro Coppola di Catania, il Teatro Pinelli di Messina e L’Arsenale Sicilia, nel mese di giugno del 2013. L’antico casale di Aci Bonaccorsi in stato di simil-abbandono, è stato ricalcato  nel suo profilo contingente attraverso una rivisitazione da parte degli artisti/creativi in chiave personalistica e al tempo stesso condivisa, intorno al tema della memoria. L’esperimento ha ottenuto risultati favorevoli. Florido nei passaggi intrinseci e speciale nel suo contestuale atto comunicativo, recante in sé una mossa esplicita, estrinsecazione di autorganizzazione ‘politica’ dell’arte e della cultura, si è realizzato l’innesto di sinergie tra artisti e partecipanti esterni, nella promettente immersione in quello che ha costituito la prima fase di una ricerca-produzione in progress. È facile intuire come il procedere artistico e la rivitalizzazione di un edificio in disuso prendano nutrimento da un’urgenza comune, da un’eguale vocazione legata ad ambiti di desiderio, studio, richiamo onirico, esaltazione mnemonica, creazione, risoluzione di un problema-trauma, trasformazione.

Una casa antica è portatrice di storie, di segni, di energie. Un luogo è uno spazio della mente, dello sguardo, di epoche, di caratteri, di maniere. Una casa che ha perso la sua originaria funzione abitativa, diventando lo spazio del perduto, è il luogo percorribile e ripercorribile da ogni forma di riflessione, tatto, ascolto, visione, plasmabile all’infinito, in rapporto a tutto ciò che di materiale, umano e spirituale entra in suo contatto. A richiamarne i tratti del tempo trascorso, il calore dell’accoglienza, il rigore dell’esperienza, del vissuto. La forza della sua personalità solida e mutante. In connessione all’ambiente entro cui è incastonata e che contribuisce a rappresentare e a superare, nel gioco dei cambiamenti, delle differenze e delle armonie di cui si fa testimone e fautrice.

Sarà compito di Rudere, animare, con la sua significativa identità stilistica e concettuale, un ulteriore fondamentale passo verso la definizione del centro polifunzionale in progetto, anche a sostegno dell’infelice sopravvenuta notizia di esproprio riguardante parte del vitigno-frutteto appartenente alla casa settecentesca in questione, considerata insieme al terreno circostante ‘zona storica’ di Aci Bonaccorsi. ‘Deprivabile’ in vista della realizzazione di un parcheggio. ‘Ai posteri l’ardua sentenza’ recita una frase celebre. Solo che a noi piace pensare che se di gloria è giusto parlare è ‘hic et nunc’, perché i migliori giudizi riteniamo provengano dalle nostre coscienze. Dalle loro passioni. Dalla loro storia. Dal coraggio della loro tutela.’